Come Allontanare le Talpe con la Naftalina

Nel giardinaggio amatoriale italiano la naftalina, vale a dire le classiche palline antitarme ricavate da idrocarburi aromatici, viene spesso indicata come rimedio rapido per far abbandonare il terreno dalle talpe. L’origine di questo consiglio è antica: la molecola emana un odore acre, penetrante, che irrita l’olfatto finissimo di questi piccoli insettivori sotterranei. Il risultato atteso, stando alla tradizione popolare e a diversi siti divulgativi, è che l’animale sposti la propria rete di gallerie verso zone più tranquille. Prima di applicare la sostanza conviene però comprendere la chimica che la caratterizza, i limiti legali e i rischi ambientali legati a un uso improprio: soltanto così l’intervento potrà rivelarsi utile senza tradursi in un potenziale pericolo per la salute umana, quella degli animali domestici e la qualità del suolo.

Profilo chimico e quadro normativo della naftalina

La naftalina è un idrocarburo policiclico aromatico che sublima facilmente, passando dallo stato solido a quello di vapore e saturando l’aria di molecole dall’odore pungente. Proprio per questa volatilità risulta tossica per molti organismi: l’Agenzia europea per le sostanze chimiche la classifica «molto tossica per la vita acquatica» e «sospetta cancerogena per l’uomo». Anche l’Agenzia statunitense per la protezione ambientale ammette soltanto impieghi mirati e controllati, evidenziando i rischi di inalazione e di contaminazione del suolo. Alcuni regolamenti comunali italiani sul benessere animale vietano espressamente di disseminare all’aperto palline o polveri di naftalina se non racchiuse in contenitori che impediscano l’accesso ai pet e alla fauna selvatica. Ne consegue che l’utilizzatore è tenuto a rispettare indicazioni d’etichetta, distanze da ortaggi o falde, norme locali in materia di esche e bocconi tossici.

Come l’odore interferisce con il comportamento delle talpe

La talpa europea orienta la propria vita quasi esclusivamente attraverso l’olfatto e la sensibilità tattile dei peli cefalici, perché trascorre la maggior parte del tempo in gallerie buie. I vapori di naftalina, che si diffondono rapidamente lungo i cunicoli, saturano l’aria respirata dall’animale e ne disturbano il foraging, cioè la ricerca di lombrichi. Se il fastidio si prolunga, la talpa sposterà i punti di alimentazione e, in prospettiva di giorni o settimane, abbandonerà la zona più impregnata di odore per rifugiarsi in settori meno irritanti. È importante chiarire che la sostanza non uccide la talpa: agisce da stimolo olfattivo sgradito, analogo a un segnale di pericolo, inducendo un allontanamento graduale. L’efficacia, come riportato dagli stessi portali che ne promuovono l’uso, dipende dalla concentrazione dei vapori e dalla costanza di applicazione, perché la molecola si consuma sublimando.

Preparare il terreno in sicurezza prima del trattamento

Il momento più adatto per intervenire è l’inizio dell’autunno, quando le talpe tendono a scavare nuovi tunnel superficiali per cacciare i lombrichi che risalgono verso gli strati umidi. Per prima cosa bisogna mappare i coni di terra fresca, individuare la galleria principale con una sonda e verificare che non vi siano punti di uscita nei pressi dell’orto o di una siepe destinata alla raccolta alimentare. A questo stadio conviene indossare guanti nitrilici e mascherina certificata per solventi leggeri, perché già il maneggiare la naftalina libera un odore irritante. È opportuno avvisare i vicini, soprattutto se possiedono cani con abitudine a scavare, e delimitare l’area con nastri di segnalazione per evitare accessi accidentali durante il periodo di evaporazione.

Modalità di posizionamento e dosaggio della naftalina

La tecnica più diffusa prevede di scavare un varco nella galleria appena oltre il mucchio di terra e inserire due o tre palline per ogni ramo, richiudendo poi con il terriccio originale in modo da convogliare l’odore lungo la rete di cunicoli. In terreni molto sciolti, dove l’aria si disperde in verticale, c’è chi utilizza piccoli sacchetti di cotone riempiti con scaglie di naftalina, da appendere con filo di ferro all’interno della volta; ciò consente di recuperare più facilmente il residuo solido e riduce il rischio di dispersione diretta nel suolo. Il quantitativo ideale va calcolato sul volume dei tunnel: in un giardino di cento metri quadrati con tre-quattro montagnole bastano in genere cinquanta grammi totali di prodotto per saturare l’ambiente sotterraneo per circa quindici giorni, secondo stime correnti nelle guide pratiche. Passato questo lasso di tempo, se compaiono nuovi cumuli, si ripete l’applicazione nelle aree attive, evitando di eccedere con le dosi per non contaminare in profondità il substrato.

Tutelare salute umana, animali domestici e ambiente

La naftalina è facilmente assorbita per via inalatoria; nei bambini piccoli o nei soggetti anemici può provocare stress ossidativo dei globuli rossi. Gli animali domestici, attratti dal profumo dolciastro, rischiano di ingerire le palline con esiti neurologici e gastrointestinali. Per questo l’ECHA raccomanda di ridurre l’esposizione, usare contenitori chiusi e rimuovere gli scarti non sublimati dopo l’intervento Dal punto di vista ambientale la molecola si degrada lentamente e, se percolata dall’acqua piovana, può raggiungere le falde, divenendo tossica per gli organismi acquatici. È dunque sconsigliato adoperarla in orti di piccola scala o in terreni a ridosso di corsi d’acqua. In alcune regioni italiane il regolamento comunale limita l’uso di repellenti tossici all’interno di contenitori impermeabili che ne impediscano la dispersione; chi viola tali prescrizioni rischia sanzioni amministrative.

Integrare la naftalina in una strategia più ampia

Gli esperti di gestione faunistica ricordano che la naftalina da sola non risolve infestazioni radicate. Si ottengono risultati migliori se l’odore viene associato a vibrazioni nel terreno, suoni a bassa frequenza e barriere fisiche che rendono l’area meno appetibile. Un prato ben drenato, povero di larve e lombrichi in superficie, non attira la talpa, che preferisce terreni ricchi di cibo. Ridurre l’irrigazione notturna, arieggiare il tappeto erboso e utilizzare concimi a lenta cessione per limitare l’esplosione di lombrichi rappresentano misure complementari. Laddove la presenza di talpe minaccia l’integrità di campi sportivi o parchi storici, il metodo professionale più impiegato è la trappola a scatto collocata nei rami principali: l’operatore certificato è tenuto a intervenire secondo legge e a registrare il numero di catture. In questo quadro la naftalina diventa un tassello temporaneo, utile a dirigere gli animali verso zone dove le trappole siano già operative, riducendo la pressione nelle aree sensibili. Un vantaggio collaterale è la riduzione dei danni visibili: spostare la talpa di qualche metro fuori dal prato ornamentale spesso basta a placare il conflitto senza arrivare all’eliminazione dell’animale.

Conclusioni

Allontanare le talpe con la naftalina è una tecnica che fa leva sull’olfatto dell’animale, sfruttando la capacità irritante di un composto chimico estremamente volatile. L’efficacia, testimoniata da molti appassionati di giardinaggio, non cancella però i limiti intrinseci della sostanza: tossicità per l’uomo e per l’ambiente, normative locali restrittive, necessità di dosaggi accurati e applicazioni ripetute. Una gestione prudente prevede di confinare il prodotto in sacchetti o tubi forati collocati nelle gallerie, rimuoverlo dopo poche settimane, evitare ogni uso in prossimità di colture edibili e affiancarlo a misure agronomiche o meccaniche di controllo. Solo trasformando la naftalina in parte di un piano integrato, e non nell’unico rimedio, si possono ottenere giardini liberi da montagnole senza sacrificare la sicurezza di chi li vive e l’equilibrio del suolo

Paolo è un appassionato di apprendimento continuo e apprezza aiutare gli altri a imparare le competenze che hanno bisogno per affrontare i loro progetti domestici. Grazie alla sua esperienza e alla sua conoscenza, Paolo è diventato un punto di riferimento per molti appassionati di fai da te e di cucina, che cercano sempre i suoi consigli e le sue guide per realizzare i loro progetti.